"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per i racconti di Kafka:

 

 

13. Georges Bataille

 

 

 

 

Geniale:

 

“Fra gli scrittori Kafka è stato forse il più astuto: lui, almeno, non si è lasciato cogliere!… In primo luogo, al contrario di molti moderni, essere uno scrittore fu proprio ciò che egli volle. Capì che la letteratura gli rifiutava la soddisfazione attesa, e questo egli voleva: ma non cessò di scrivere. Sarebbe anzi impossibile dire che la letteratura lo deluse. Essa non lo deluse, ad ogni modo, in paragone ad altre finalità possibili. Ammettiamo che essa fu per lui ciò che la Terra Promessa fu per Mosè.

Kafka dice di Mosè: “…il fatto che egli giunge a vedere la Terra promessa soltanto alla vigilia della morte non è credibile. Questa suprema prospettiva ha un unico senso, quello di rappresentare fino a qual punto la vita umana sia un istante imperfetto: imperfetto perché questa specie di vita (l’attesa della terra promessa) potrebbe durare indefinitamente senza che ne risultasse mai qualcosa di diverso da un istante. Mosè non raggiunse Canaan non perché la sua vita fu troppo breve, ma perché era la vita di un uomo”. Non è più soltanto la denuncia della vanità di un determinato bene, ma di tutti gli scopi, ugualmente vuoti di significato: uno scopo è sempre, senza speranza, nel tempo – come un pesce è nell’acqua – un punto qualunque nel moto dell’universo: poiché si tratta di una vita umana.”

 

(G. Bataille, La letteratura e il male).

 

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