"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003

Racconti di Kafka

Dal 5 al 18 ottobre del 1914... 


 

 

 

Dal 5 al 18 ottobre 1914 chiese un permesso all’Istituto di Assicurazioni. Cominciava a scrivere dopo cena e restava al tavolino fino alla cinque o alle sette e mezza della mattina, quando le prime luci e i primi rumori venivano a visitarlo, e abbandonava i fogli dove aveva steso un capitolo del Processo o Nella colonia penale o il penultimo e l’ultimo capitolo del Disperso, che Max Brod intitolò Il teatro naturale di Oklahoma

 

Vorremmo conoscere tutto – colori del cielo, nubi lievi o temporalesche, posizione del tavolo, qualità della carta, mobili della stanza, numero di passanti notturni, - su quei quattordici densissimi giorni nei quali Kafka scrisse tre opere così profondamente diverse tra loro. 

 

Oggi quasi tutti gli studiosi ritengono  che Il disperso si dovesse concludere come Il processo e Nella colonia penale, con una condanna. A me non sembra possibile. Credo che in quei quattordici giorni, dividendosi e lacerandosi in sé stesso, procedendo grandiosamente nel regno della possibilità, trasformandosi in un vortice di antitesi, Kafka abbia tenuto aperte davanti a sé stesso due opposte ipotesi teologiche e narrative. 

 

Da un lato, nella fine del Disperso, il mondo divino come grazia, benvenuto, accettazione, rifiuto della Legge scritta: dall’altra, nel Processo e Nella colonia penale, il mondo divino come Legge del padre, scrittura e condanna. Nessun grande artista è mai tessuto di una sola stoffa; e nessuno fu più abitato da Kafka dal tragico gioco di tentare contemporaneamente tutte le ipotesi estreme, tutte le contraddizioni polari dell’universo.

 

(P. CITATI, Kafka).

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