"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003



 

Il futuro del passato 

 

L'OROSCOPO DI STENDHAL

 

   Un destino già calamitato dalle stelle?

Quante maschere sulla "ferita dei non amati"!...

di

PiriPizia

 

Henri Beyle nasce  a Grenoble il 23 gennaio 1783.

Aquario con Luna in Vergine. Ohibo', com'è possibile che uno dei  maggiori cantori d'amore abbia quasi tutti i pianeti importanti (e non solo) nei segni più freddini dello zodiaco? 

Colpa della Luna in Vergine in XI casa,  isolata, campata  nel cielo astrale priva di legami con altri pianeti, come un urlo, che lo rende affamato d'amore e ne accentua il complesso di essere timido, sgraziato  e bruttino.  Stendhal è consapevole di non essere bello e questo lo frena: si accorge di essere innamorato quando riesce a dimenticarsene, così che trova il coraggio di farsi avanti. I personaggi dei suoi romanzi sono tutti belli e fieri; per sé vorrebbe, più modestamente,  "Bei capelli,  denti ottimi. Odore soave e lieve… Il corpus, e quel che ne esce, inodoro". E in quest'ultima affermazione si intravede anche il carattere schizzinoso e igienista della Vergine…

La sua infanzia, vissuta in un ambiente ottuso e arido, lo marchia con la proverbiale "ferita dei non amati", che lui cercherà di guarire praticando con dovizia il libertinaggio. Ma non basta: l'amore è per lui il chiodo fisso, rimarcato per giunta dalla congiunzione di Venere con Plutone. Da una parte materia da disossare, da sottoporre a implacabile autopsia, dall'altra ossessione compulsiva, tensione portata all'esasperazione. E meno è vissuto,  più è patito. Amerà molte donne, ma non avrà le più amate: Matilde e sua madre.

Stendhal soddisfa quindi il suo desiderio nella scrittura: seppellisce amanti e conoscenti di lettere lunghissime. E' un eiaculatore instancabile d'inchiostro: scriveva dappertutto, perfino sulla carta, diceva il suo biografo Crouzet, e i suoi stessi fregi a margine dei libri sono materia densa e viva,  la sua libidine sguinzagliata, libera e gioiosa. Nelle equivalenze astrali difficile non notare l'accumulo di pianeti in III casa, quella della scrittura, tanto più che oltre al piacere di Venere e all'inventiva di Mercurio, si uniscono la potenza fallica di Plutone,  insieme al Sole, primo impulso vitale. E la concentrazione egotica dei pianeti in Aquario si diluisce in un'autocritica costante, ma anche nell'indulgenza ironica, autocaritatevole, affettuosa. Piena di leggerezza disincantata, mai concentrica e pesante, che di ogni suo personale melodramma fa sorriso amaro, e muove i suoi lettori a un'intimissima solidarietà con lui. Anche la tendenza alla mimesi di Plutone si esprime in un divertito gioco di anagrammi, pseudonimi, sigle… 

Talvolta vorrebbe apparire  un razionale perfino cinico, ma il suo genio non si imbriglia in niente che abbia sentore di sistematico. E come potrebbe, così bersagliato dagli strali illusori di Nettuno che lo disarcionano di continuo dalla realtà? Lui si figura degli ideali e vorrebbe averli, ma deve fare i conti con i fatti, che più spesso gli negano i sogni. E' un iperattivo, disordinato, anticonvenzionale, eclettico: un autentico Aquario.

La mania per le date di Stendhal sarebbe una manna per l'astrologo, che potrebbe così effettivamente  verificare le tappe della sua vita con la concomitanza dei transiti planetari. Ma per seguirla passo passo occorrerebbe tanto spazio quanto occupa la serie Le Divan delle sue Oeuvres complétes (78 volumi!) e per noi,  un divano vero dove stramazzare. La Luna (sì sempre lei, la malefica), è il sensore di ogni momento della sua vita, un frenetico seguirsi di  alti e bassi, esaltazione e disperazione, a cominciare, per esempio,  dal primo giorno horribilis della sua vita, il 23 novembre 1790: il malefico  Saturno - la sottrazione, la prova, il dolore - si oppone alla Luna, scrigno di ogni sensibilità e femminino. A soli sette anni gli muore la madre.

 

 

torna su