"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2,  gennaio 2003

  diari di lettura


 

 

 

Il cuore nudo

 

di Claudio Richter

Sono ancora turbato. La sensazione che ancora mi accompagna è quella del “mio cuore messo a nudo”, come diceva Baudelaire. Non conoscevo il libro e – ammetto – ho sempre un po’ snobbato Stendhal, suppongo per non aver amato né “La Certosa di Parma” né “Il Rosso e il Nero”. Qui invece, in questo caos di idee, di voci e pretese contrastanti, mi sono ritrovato in un labirinto “mio”. Anch’io, nell’amore, sono sempre stato sperso tra il cuore e la ragione, e so che un equilibrio è o falso o impossibile. Ho amato, tra le tante, soprattutto le pagine sulla “cristallizzazione”, ma anche quelle sulla bellezza.  

Sarà anche per l’età, ma la cosiddetta “bellezza” da anni mi annoia. E’ proprio come dice Stendhal: qualcosa che dà il meglio di sé nei primi secondi: poi è quasi sempre solo uno scendere. Invece scorgo, e mi turba più di sempre, un qualcosa che non so chiamare che “intensità”: se ho capito bene, anche la donna per cui Stendhal ha scritto questo libro non era bella, o lo era meno di altre che ha amato, eppure anche di lei si conosceva qualcosa che si potrebbe chiamare “intensità”. Lo capisco: nelle sue pagine lo ammiro, nel suo fallimento mi riconosco. 

  

 

 

  

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