"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal Da Henri Beyle a "Stendhal"

Politica contro Amore


L.L. Boilly, Stendhal

- Ma di che partito sei?

- Di nessuno, ed è la mia rovina. Vuoi sapere qual è tutta la mia politica? Amo la musica, la pittura; un buon libro è un avvenimento per me. Avrò fra poco quarantaquattr’anni. Quanto mi resta da vivere? Quindici, venti, trent’anni al più? Ebbene, scommetto che fra trent’anni i ministri saranno più o meno abili di quelli di oggi, ma altrettanto onesti. La storia d’Inghilterra mi fa da specchio per il nostro avvenire. Ci sarà sempre un re che vorrà estendere le sue prerogative, ci saran sempre dei ricchi di provincia a cui l’ambizione di diventar deputati, la gloria e le centinaia di migliaia di franchi guadagnati da Mirabeau toglieranno il sonno: questo si chiamerà per loro essere liberali e amare il popolo. Ci saran sempre dei reazionari, spronati dal desiderio di diventar Pari o Gentiluomini di Camera. Sulla nave dello Stato tutti vorranno occuparsi della manovra, ch’è ben pagata. Non ci sarà dunque mai un misero posticino per il semplice passeggero? 

(“Il Rosso e il Nero”)

 

E anche:

 

“La mia felicità sta nel non avere nulla da amministrare, sarei desolato se possedessi 100.000 franchi di rendita in terre e case. Venderei tutto alla svelta in perdita o per lo meno i tre quarti per comperare della rendita. Per me la felicità è non comandare ad alcuno e non essere comandato…” (“Vita di Henry Brulard).

 

 

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