"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal"

Scrivere d'amore passeggiando. Correre tra gli alberi


David, Promessi Sposi"

 

Affidato a un conoscente perché, mentre Stendhal è ancora a Milano, lo porti in Francia, il manoscritto di “De l’Amour” andò smarrito: gli fu restituito – ritardo pauroso delle poste francesi! – più di un anno dopo. Spedito a Strasburgo, arrivò a Parigi 14 mesi dopo. Aprire il pacco e rileggersi fu “passare con violenza la mano su una ferita appena cicatrizzata”.

Siamo nel 1822. A Parigi, frequenta soprattutto il salotto di Giuditta Pasta , uno dei più grandi soprani mai esistiti (“il maggior talento tragico che abbia conosciuto”). Gli piace star là: è pieno di “milanesi” che parlano la lingua di Matilde. Conversa e gioca a carte fino a tardi, poi, nella sua camera, passa la notte a rivedere il manoscritto.


Un po’ di frammenti dai “Ricordi d’egotismo:

 “Mentre la salute morale mi tornava nell’estate del 1822, pensavo  di far stampare un libro intitolato L’Amour, scritto a matita a Milano passeggiando e pensando a Métilde.” – “E’ un libro scritto a matita a Milano, negli intervalli di lucidità.” - “Trascrissi a inchiostro quello che era ancora a matita”. – “Il mio amico Edwards mi trovò un editore (M. Mongie) il quale non mi diede niente per il manoscritto e mi promise la metà del guadagno, se mai ce ne fosse stato”.

“Era pericolosissimo, per me, correggere le bozze di un libro che mi portava alla mente tante sfumature del sentimento che avevo provato in Italia. Fui così debole da affittare una camera a Montmorency. Ci arrivavo di sera, in due ore, con la diligenza di rue Saint-Denis. In mezzo ai boschi, soprattutto a sinistra della Sablonnière, risalendo, correggevo le mie bozze. Rischiai di impazzire.

Le folli idee di far ritorno a Milano, tante volte respinte, mi riprendevano con una forza sconvolgente. Non so come feci a resistere. La forza della passione, che ci porta a considerare una sola cosa, elimina ogni ricordo, alla distanza da quel tempo in cui oggi mi trovo. Rammento perfettamente solo la forma degli alberi di quella parte dei boschi di Montmorency.”

 

 

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