"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal"

All'inizio...


 

All’inizio, De l’Amour doveva essere, come lo era Il Principe dell’amato Machiavelli della politica, una quintessenza dell’amore: passione da riconoscere e inchiodare alle sue, per quanto mascherate, leggi essenziali. Doveva dunque essere tutto contenuto in una plaquette di non più di una trentina di pagine, stampata con gran cura in pochi esemplari: massimo cento…

Calcolò che sarebbe bastato venderne una trentina per rientrare dai costi: sarebbero rimaste trenta copie da offrire a festose donne di mondo, le altre da centellinare alle anime care. Ma i calcoli erano sballati: ci volevano più soldi e una tiratura superiore: almeno 500 copie. 

Stendhal non disarmò: accettò in cuor suo la spesa mantenendo intatte le proporzioni tra le copie da vendere, quelle per i suoi “happy few” e quelle da offrire alle “sgualdrine alla moda”: - perché no? Il libro scritto per una donna impossibile sarebbe almeno stato buono per seduzioni consolanti di qualche altra: l’innamorato come un bricoleur, che ricicla autentici – ma pur passati! - dolori wertheriani per la vita, e gli amori, a venire… almeno così immaginava.

Intanto il manoscritto si era fatto ben più smisurato. - Luglio 1820: il libro è “finito”, anche se Stendhal avrebbe amato, come Picasso, l’idea che un’opera non è mai conclusa ma sempre solo interrotta (e a questo la ridusse, anni dopo, nei “Ricordi di egotismo”: a un libro interrotto).

torna su

 torna a