"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 11, settembre 2005                                        

 

             Marlene Dietrich: i nomi per la Musa


 

 

7. Kenneth Anger

 

 


 

Tutto il gossip in una paginetta

 

“Altro goloso materiale venne fornito dall’arrivo di Marlene Dietrich. Notoriamente una festosa bisessuale, con un sano appetito per l’amore, Marlene fece gracchiare le gazze per tutti gli Anni Trenta. Il suo gruppetto di amiche era stato soprannominato ‘Il Circolo del Cucito di Marlene’. Non erano lesbiche come il clan della Nazimova, ma allegre ragazzone che, come Marlene, prendevano quel che passava il convento. Alla Dietrich venne attribuito un grande amore con una stella-colega della Paramount, Claudette Colbert e un altro con Lili Damita. La visione di Marlene in smoking si rivelò irresistibile per alcune dame del set internazionale: la scrittrice Mercedes d’Acosta e la milionaria Jo Carstairs, entrambe a loro volta molto parziali per le tenute mascoline, fecero pellegrinaggi a Hollywood per rendere onore all’Angelo Azzurro. Nel 1932, mentre si stava formando il Circolo del Cucito, Marlene cominciò a indossare abiti maschili anche nella vita privata: era nata una nuova moda, la donna in pantaloni.

 

Il fascino ambiguo di Marlene vestita da uomo fu promosso e potenziato dal suo Svengali, Josef von Sternberg, che riuscì sempre a infilare una scena della diva in pantaloni in tutti i film che girarono insieme. Non c’è dubbio che il loro fu un amore cerebrale, fatto di arte e di artificio. Il feticcio-Marlene di von Sternberg non incontrò l’approvazione di tutti. “Vanity Fair” commentò dopo The scarlet Empress (L’imperatrice Caterina): “Sternberg ha abbandonato il suo stile lineare per un gioco sofisticato che punta specialmente sulle gambe fasciate di seta e il posteriore fasciato di pizzo della Dietrich, di cui ha fatto una suprema sgualdrina. Personalmente Sternberg è un uomo di pensiero, olte che di azione, ma anziché contemplare l’ombelico di Buddha, la sua perseveranza onfalica si fissa sull’ombelico di Venere”.

 

Anche la signora Von Sternberg (Risa Royce) non era entusiasta e chiese il divorzio, citando Marlene come responsabile di averle “alienato l’affetto del marito”.

Marlene proseguì la sua carriera, con altri amanti maschi e femmine, altri registi e altri operatori e diventò una leggenda. Più avanti negli anni, quando uno di questi ultimi si dimostrò incapace di illuminarla nel modo giusto, qualcuno udì la quasi-eterna donna fatale mormorare: “Dove sei, Joe?”.

(K. ANGER, Hollywood Babilonia, Adelphi 1996)


 

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