"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 11, settembre2005 

 


 Marlene Dietrich: parole per la Musa

 

16. Fedeltà

 

 

 

 


 

 

“Vedete, io l’amo: voglio che sia felice: a ogni costo”

(Marocco, 1930)

 

“Cinque anni e tre settimane”, corregge Marlene il vecchio amante ritrovato in treno sul tempo della loro assenza (Shangai express,1932): tanta esattezza è già una confessione. Lei non si lamenta: sa che il suo è un uomo di quelli che “non si voltano(E. Montale), un tenore dagli inappuntabili sdegni virili, che però perde gli orologi.

 

Preso in ostaggio  dall’esercito dei ribelli, verrebbe accecato se Marlene – un po’ come in Palla di sego di Maupassant – non diventasse amante del loro capo. Lei solo per amore cede al ricatto, eppure, per lo stesso uomo borioso per cui avrà fatto un tale sacrificio, sarà stata solo una prostituta pronta sempre e comunque a vendersi al vincitore.

Il punto interessante è che di questa incomprensione Marlene non sa che farsene. L’amore è libero, anche dalla gratitudine. Paradossalmente, l’uomo caricaturalmente odioso che sta a capo dei ribelli, è l’unico che capisce la grandezza di Marlene: quando lei tenta di ucciderlo, lui dice solo “Io potrei amare una donna così…”.

 

*°* 

 

Sulla fedeltà, sublime in la sequenza in Marocco (Morocco, 1930) in cui il miliardario francese Adolphe Menjou spiega a Marlene chi siano le donne che seguono a distanza i legionari stranieri che si avventurano nel deserto.

 

-       Chi sono quelle donne?

-       E’ semplice. Io le chiamerei la retroguardia

-       E riescono a stare dietro ai loro uomini?

-       A volte tengono il passo, a volte no. E spesso, quando li raggiungono, trovano solo dei cadaveri

 -      Quelle donne sono pazze.

-       Non direi. Vede? Amano i loro uomini.

 

Marlene presto farà quella stessa scelta che ancora non capisce: sarà la scena famosa in cui, per restare col suo ironico legionario, donnaiolo e imprevedibile, si avventura da sola sulle dune a piedi nudi, lasciando le scarpe al vento e alla sabbia.

 

Forse davvero i due amanti perfetti sono i due miliardari Adolphe Menjou in Marocco e Cary Grant in Venere bionda, innamorati incondizionatamente: al punto da aiutare Marlene a ritrovare pace non con loro ma con l’amore che già le ferisce il cuore. Loro sono signorili, generosi, discreti. Conoscono l’arte della giusta insistenza: nel migliore dei casi, possono aspirare e diventare la ruota di scorta di un grande amore fallito. Sapendo che l’amore non fallisce quasi mai del tutto. Che non premia il merito, né la classe. Che ama, più della perfezione, il giustamente manchevole (Platone, Simposio).

 


    torna su

  torna a