"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10  maggio 2005

 

 

Degas Danza Disegno di Paul Valéry


 

 

12.  Esercizi con l'informe 

 

 

 


 

 

Pensavo talvolta all’informe.” 

(Degas Danza Disegno)

 

Proprio perché “osservare è, per la maggior parte, immaginare quello che ci si aspetta di vedere.” (Degas Danza Disegno), occorre “affidarsi all’informe per ritrovare la forma.” (Quaderni, vol. III).

 

Valéry racconta un leonardesco esercizio di Degas, caso perfetto di ottima filosofia pratica (tutt’e tre le citazioni sono prese da Degas Danza Disegno):

 

“Si pretende che abbia fatto, in camera, degli studi di rocce, avendo preso a modello dei mucchi di frammenti di coke, tolti dalla stufa. Avrebbe rovesciato la secchia sopra un tavolo e si sarebbe dedicato a disegnare accuratamente il luogo creato dal caso provocato dal suo gesto. Nessun oggetto di riferimento permetteva di pensare, nel disegno, che quei blocchi ammonticchiati non erano altro che pezzi di carbone grossi come un pugno.

Se il fatto è vero, l’idea mi sembra assai leonardesca; e mi riporta anche a certe mie riflessioni di molto tempo fa, forse non infinitamente lontane da quelle che mi suggerisce il ricordo di Degas.”

 

 “Quest’esercizio con l’informe insegna, tra l’altro, a non confondere quello che si crede di vedere con quello che si vede. Il vedere ha una sorta di costruzione, da cui l’assuefazione ci dispensa. Noi indoviniamo e prevediamo, in generale, più di quanto vediamo, e le impressioni dell’occhio sono per noi segni, e non presenze singolari, anteriori a tutti gli accomodamenti, riassunti, abbreviazioni, sostituzioni immediate che c’inculcarono con la prima educazione.”

 

“Come il pensatore cerca di difendersi dalle parole e dalle espressioni bell’e fatte, che dispensano le menti dallo stupirsi di tutto e rendono possibile la vita pratica, nello stesso modo l’artista può con lo studio delle cose informi, ossia di forma singolare, tentar di ritrovare la singolarità propria e lo stato primitivo, originario, della coordinazione del suo occhio, della sua mano, degli oggetti e della sua volontà.”

 


 

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