"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10, maggio 2005                                        


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Degas Danza Disegno di Paul Valéry

 


 

 

6. E. de Goncourt

 

 

 


 

“Ieri ho trascorso la giornata nello studio di un pittore bizzarro, certo Degas. Dopo molti tentativi, prove, ricerche spinte in tutti i campi, si è innamorato del moderno; e, nel moderno, ha messo gli occhi sulle stiratrici e sulle ballerine. In fondo la scelta non è tanto poi malvagia, c’è del bianco e del rosa, della carne di donna in un accappatoio e nel tulle, il più affascinante pretesto per colori biondi e teneri. Ci mette sotto gli occhi, nelle loro pose e nelle loro espressioni di grazia, stiratrici e poi stiratrici… parlando il loro linguaggio e spiegandoci tecnicamente il colpo di ferro “appoggiato”, il colpo di ferro “circolare”, ecc.

Sfilano in seguito le ballerine… E’ il ridotto della danza e, contro la luce di una finestra, le forme fantastiche di gambe di ballerine che scendono una piccola scala, con la violenta macchia di rosso d’uno scialle in mezzo a tutte quelle bianche nuvole che si gonfiano, con il contrasto volgare di un ridicolo maestro di ballo. E si ha davanti a sé, colto nella realtà, il grazioso attorcigliarsi dei movimenti e dei gesti di queste piccole fanciulle-scimmie.

Il pittore mostra i suoi quadri di tanto in tanto, accompagnando la spiegazione con la mimica di uno sviluppo coreografico, con l’imitazione, secondo il gergo delle ballerine, d’una delle loro arabesque. Ed è davvero divertente vederlo, sulle punte, con le braccia in alto, unire all’estetica del maestro di ballo l’estetica del pittore, mentre parla di “toni tenero-fangosi” di Velasquez e dei “profili” del Mantegna.

Un tipo originale, questo Degas, un malato, un nevrotico, un oftalmico sino al punto d’aver paura di perdere la vista; ma, con ciò, un essere eminentemente sensibile e ricettivo al contraccolpo della natura delle cose. Sinora è la persona che ho visto cogliere meglio, nella traduzione della vita moderna, l’anima di questa vita.

Però arriverà mai a qualcosa di completo? Ne dubito. E’ uno spirito troppo inquieto. E poi, è concepibile che, volendo rendere con sensi così delicati creature e creato, invece di ambientarli nello scenario rigoroso del ridotto di danza all’Opéra, si faccia disegnare da uno specialista architetture alla Panini?”

(E. de Goncourt, Journal, 13 febbraio 1874)

 


 

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