"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10, maggio 2005                                       


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Degas Danza Disegno di Paul Valéry

 


 

14. Manganelli 

 

 

Dell'ispirazione anonima in Salons

 

 

 


 

...una statua congolese, una maschera del Benin indicano timidamente come

la parola arte sia in realtà un eufemismo sociale

(G. MANGANELLI, Salons)

 

L’essenziale anonimità della creazione è qualcosa che l’artista ha saputo sempre: l’autore è una mano, un transito di chissà che. - Giusto la superstizione di tempi così romantici da venerare autori anziché opere (se un quadro è un Raffaello vale un tot, altrimenti molto meno) potrebbe renderci l’idea ostica. Ma un pelo più in là di tanto senso comune, non scandalizzerebbe nessuno: un pittore zen, un miniaturista provenzale, un orafo arabo, un compositore di gregoriano, uno dei tanti aedi riassunti nel nome di Omero, uno dei mille autori delle “Mille e una Notte”, Johann Sebastian Bach, un petrarchista rinascimentale, Paul Valéry, uno scultore di Chartres, un drammaturgo elisabettiano (è “esistito” Shakespeare?), Simone Weil…

In realtà, la congettura che esista un “Autore”, michelangiolesco e microscopico Deus artistico, è durata poco: come il comò, ora sembra molto Ottocento. Già in quel fiume di pensieri che scaturisce tra Schopenhauer e Nietzsche, per scorrere fino alla psicoanalisi (per Lacan chi parla/scrive è il linguaggio stesso), la bugia polpacciosa del ”genio” va gambe all’aria.

Il Leopardi giocoso delle Operette Morali aveva aggiunto qualcosa che tornerà sempre in quel leopardiano divertentissimo e angosciato che è stato Manganelli: non solo l’autore è uno degli infiniti nodi possibili nella ragnatela di una “retorica”, comune a una cultura come a una colonia di polipi il suo cespo di corallo: in realtà, l’ “autore” neppure sa bene ciò che fa quando scrive, né cosa esprima, ammesso che poi lo faccia e che ci tenga. 

Su queste ossessioni ci sono almeno due capolavori tra gli “improvvisi” di Salons: “La recita di esistere” e forse soprattutto“Geometria dell’esorcismo”.

 

 

 torna a  

 

torna su