"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10, maggio 2005                                      


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Degas Danza Disegno di Paul Valéry

 


 

 

13. Parise - Schifano

 

 

 

 


 

Sono fatti di  sguardi e parole  i dialoghi  specchio  e  doppio  tra Parise e un visitatore immaginario nella presentazione al catalogo della Mostra, Studio Marconi, Milano 1965 di Mario Schifano

 

Parise  inventa questo ‘simposio’ per Schifano e le parole agili e timide, che lampeggiano come ‘Nureiev sulla scena’,   sono :  e   l    e    g    a    n    z     a,   languore felino innocente e attonito,  leggerezza ,  ritmo, souplesse,       e   l   e   g   a   n   z   a.  

 

Il miracolo è che la parola di Parise e i segni  di Schifano si uniscono in laser estetici già dal  primo quadro che il visitatore guarda mentre le metafore di Parise scorrono in una colonna sonora di letteratura pop,  non sguaiata,  salvata dal gusto di un bravo scrittore italiano. 

 

 

                                             ‘Suicidio 1’  

                                             ‘Un’impronta umana nel mio lavoro, dal ’60 al ‘65’    

                                             ‘Alfa’

                                             ‘Spazio’  

 

sono i quadri che Parise narra e il  vedente scruta.  Entra in circolo il  pumaSchifano e  improvvisamente s’inventa una balzo felpato dinamicodecorativo.  Pittore istintivo,  egli fa in modo che le figure vivano di  futurismo rivisitato ‘high speed’.   E Parise,  avendo provato  giovanissimo  l’irrequietezza  della  pittura, scrive  metafore per tenere il passo imprevedibile  d’ un felino suscettibile.  

 

Proprio a Spazio Parise dà nuovo titolo pop:  Cocktail spaziale  dove la navicella e l’astronauta si fondono in una ‘lievità della massa Schifano’.  - Parise  paragona  quest’assenza di gravità a un ‘Balenciaga’,  e,  per associazione, a  défilé, eleganza e movimento: ‘...Così un Balenciaga per esprimersi ha bisogno di essere indossato, di essere visto nell’aria e di muoversi’. 

 

Tra i ritratti di Parise fatti da Schifano, ce n’è uno tutt’ occhi di velluto, labbra serrate e chioma aerea in un vortice di pennellate nervose su fondali di composito blu listato di verde, d’azzurro e di viola;  colpi furiosi di pennello, ghirigori e macchie a rilievo che fuoriescono dalla tela.   

 

Parise muore prima di Schifano, poco prima della  folle velocità globale, del boom pop del web,  dei mille schermi che popolano lo studio del pittore.  Eppure Parise,  nei suoi  Pittori,  presagisce la voracità mai sazia  di Schifano, i suoi off-offl’ informale,  il suo tratto d’elegante moderno eremita, di artista cibernetico.

 


 

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