"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 1, 3 dicembre 2002


 


 

 

 

Una lettera

Doppi vertiginosi

***

Orfeo

Giona

Ulisse

 

"Ci siamo, eh?"

di Francesco Carbone 

 

Proprio la bellezza del racconto fu per Pinker, il suo agente, la prova perfino lampante che Conrad non stava più capendo nulla di se stesso: come poteva impantanarsi, ancora più che nel già fallimentare “L’agente segreto”, in una materia così poco sua: lui, un conservatore polacco!, che racconta una storia di terroristi russi; un ex-marinaio confinato nella campagna del Kent, che azzarda un affresco dell’Europa da Pietroburgo a Ginevra… - Quelli di “Nostromo”, “L’agente segreto”  e “Razumov” sembravano anni sprecati da Conrad a scavare vicoli ciechi, quando aveva lì, sulla punta della penna, l’armonia perfetta degli oceani notturni e silenziosi, le frasi giuste per dar voce agli scrupoli muti e irrisolvibili di marinai essenziali come uomini senza tempo…

Così, in una lettera del 18 dicembre, Pinker avverte Conrad che non gli pagherà una sterlina di anticipo sul “Compagno segreto”, pur finito, fin quando non riceverà regolarmente i capitoli di “Razumov”: Conrad sul momento ebbe voglia di bruciare il romanzo (e la moglie nascose il manoscritto), dopo bestemmiò il suo agente e infine tornò a lavorare sul romanzo di gran lena. 

Scrive così, in una lettera all’amico Gibbon: 

“Lavorerò come uno schiavo (…) e poi verrò a trovarti urlando e cantando selvaggi canti di guerra con una piuma d’aquila nei capelli e lo scalpo di Pinker alla cintola. Amen!”

Come tutti i racconti e i romanzi di Conrad, “Il compagno segreto” venne pubblicato all’inizio su una rivista.  Poi fece parte – con “Un colpo di fortuna” e “Freya delle isole” - della raccolta di tre racconti Tra terra e mare. Il libro uscì nell’ottobre 1912.  

Proprio del “Compagno segreto”  Conrad era molto soddisfatto. Scrisse all’amico Garnett: “Il Compagno segreto, detto tra noi, ci siamo, eh? Niente maledetti trucchetti con ragazze, eh?” .

 

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